Nell’ottica di una continua valorizzazione dei prodotti locali, il ministro delle risorse animali del Burkina Faso Tegwende Modeste Yerbanga ha annunciato l’introduzione di una nuova etichetta, con annesso logo, per uno dei prodotti tipici: è il cosiddetto pollo in bicicletta (poulet bicyclette), una tipica espressione francese della regione subsahariana che contraddistingue il pollame ruspante, cresciuto allo stato brado ed in maniera naturale, che si nutre di scarti di cucina e di sementi. La filiera produttiva non utilizza ormoni, antibiotici, farine animali per alimentarli. La crescita è lenta, richiedendo più di 120 giorni, e la carne è più gustosa e saporita di quella del pollame da allevamento intensivo. Secondo Wikipedia, “L’espressione deriva dall’andatura rapida ed a scatti del pollo. Inoltre, il nome “pollo in bicicletta” ricorda che il pollo locale corre tutto il giorno come una bicicletta in cerca di cibo e torna al suo pollaio a fine giornata. Un’altra spiegazione, si riferisce invece ai venditori di polli che viaggiano in bicicletta dal villaggio al mercato, portando a volte fino a venti uccelli.”
A breve si giungerà al completamento dell’iter burocratico per l’implementazione del marchio.
Sebbene il Burkina Faso produca 50 milioni di capi di pollame all’anno, la tipologia di carne più consumata, non è in grado di soddisfare la domanda nazionale. Alcuni produttori si rivolgono quindi all’importazione, con polli cresciuti in allevamenti. blues dall’Olanda, galletti, polli che arrivano dal Ghana e dalla Costa d’Avorio. Da qui la necessità di distinguere il prodotto locale di qualità dai volatili cresciuti in batteria.
Che piaccia o no, il pollo in bicicletta o poulet bicyclette è sicuramente il primo, vero, autentico street food del Burkina Faso. A breve, anche certificato.