Lo scorso 27 giugno 2022 c’è stato un incontro fra il Ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Regionale e dei Burkinabè all’Estero, Ragnaghnèwendé Olivia Rouamba, e l’Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Burkina Faso, Lu Shan. Oggetto, la cooperazione fra i due stati.
Il diplomatico cinese ha consegnato un assegno, da parte del suo governo, di 5 milioni di US$, concordato a suo tempo dal governo Kaboré quando il Burkina Faso tagliò le relazioni diplomatiche con Taiwan per allacciarle con la Repubblica Popolare Cinese. È stato poi firmato un protocollo riguardante un accordo per concedere alla nazione africana delle tariffe doganali privilegiate, in maniera tale che alcune merci destinate alla Cina possano usufruire di dazi inferiori del 98% rispetto alla norma.
Infine sono state gettate le basi per una futura collaborazione educativa fra il Graduate Institute of International Studies (INHEI) e la scuola cinese per la formazione dei diplomati.
Nel corso del meeting l’Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese ha consegnato anche un ulteriore assegno da un milione di yuan, ovvero 94 milioni 330 mila FCFA, come sostegno da parte del Ministero degli Affari Esteri cinese al Ministero degli Affari Esteri burkinabé.
Ovviamente tutta quella generosità non è gratuita. Il soft power cinese, oltre a favorire la penetrazione commerciale nel continente nero, serve a rafforzare il paese del dragone sul piano politico internazionale e nelle diverse istituzioni internazionali come ONU, WTO, OMS, ecc.