Lo scorso venerdì 26 gennaio 2024 il ministro Nandy Some Diallo del Burkina Faso ha confermato di aver ricevuto 25.000 tonnellate di grano libero dalla Russia, definendolo un “dono inestimabile”.
Il mese scorso la Russia ha riaperto la sua ambasciata in Burkina Faso, che è rimasta chiusa sin dal crollo dell’Unione Sovietica, e con la nazione africana ha intavolato, durante lo scorso vertice a San Pietroburgo, una serie di accordi economici, militari e “culturali” fra gli altri. Il grano fa parte di tali accordi.
La Russia è uno dei maggiori produttori di grano al mondo, e si prevede che esporterà circa 45 milioni di tonnellate di grano in questo esercizio finanziario, secondo le stime degli Stati Uniti. La generosità di Vladimir Putin non è ovviamente fine a sè stessa: a causa del mancato rinnovo dell’accordo internazionale sull’esportazione di grano relativamente alla guerra con l’Ucraina, la Russia si ritrova con i magazzini pieni e poche possibilità di vendere il proprio prodotto, anche a causa delle sanzioni economiche che subisce. Invece che lasciar marcire il grano nei silos ha quindi deciso di “donarlo” generosamente ai paesi poveri, almeno a quelli amici. Considerato un prezzo di 374,50 €/T (quotazione 25/01/2024 Frumento tenero estero – Extracomunitario – Northern Spring, per avere un’idea approssimativa) significa una perdita per la Russia di € 9.362.500.
All’inizio di questa settimana, sono circolate voci che un contingente di truppe russe fosse arrivato in Burkina Faso. La notizia è stata riferita da diversi media (https://www.reuters.com/world/africa/russian-troops-deploy-burkina-faso-2024-01-25/) che riferiscono di immagini postate su Internet dell’arrivo di un centinaio di soldati.
Fonti: BBC, Reuters