Raccolta di racconti strutturata in modo da organizzare un mondo coerente di rifratte prospettive e molteplici punti di vista. Come il poeta Arthur Nortje – un verso del quale dà il titolo al libro-Zoe Wicomb scrive dal di fuori e dall’esilio di chi, ad opera della lunga cultura segregazionista dell’apartheid, è stato scisso e strappato dalla propria comunità e quindi da una parte di se stesso. Ma Frieda Shenton, l’io narrante del testo, è anche una voce dal di dentro che dipana ·una storia di formazione femminile e, insieme, mille storie sudafricane, sfaccettate nell’ironia e distaccate in un tono malizioso che mantiene distanziate le emozioni, sottraendosi così a quella rappresentazione realista tipica di altre scrittrici sudafricane, da Nadine Goraimer a Miriam Tlali. L’ironia che permea questi racconti non impedisce però l’ingresso della tragedia, che compare fulminea in immagini conclusive, a siglare l’esistenza umana. Cenere sulla mia manica è un testo postmoderno di grande finezza, intessuto sulla trama rovente della resistenza sudafricana.
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