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14 militari uccisi in un’imboscata nella provincia di Oudalan.

Dopo un periodo di relativa calma, sono ripresi in Burkina Faso gli attentati da parte dei terroristi legati a gruppi islamisti. Lo scorso 11 novembre, nel dipartimento di Tin-Akof, provincia di Oudalan nel nord del paese, un’imboscata ad un convoglio ha causato la morte di 13 uomini della sicurezza nazionale ed un gendarme. Alcuni ferito sono stati evacuati dai soccorritori. Nel corso del conflitto a fuoco, avrebbero perso la vita anche 9 fra gli assalitori.
Nella stessa giornata, 20 uomini armati a bordo di motociclette sono stati visti bruciare un bar e terrorizzare i civili presso l’agglomerato di Gorom Gorom. La settimana precedente, un individuo non identificato lanciò una bomba molotov all’interno di una moschea della capitale, Ouagadougou, ferendo sei persone.
Il terrorismo di matrice radicale ha recentemente ripreso ad agire con forza, forse in conseguenza delle imminenti elezioni politiche che si terranno il prossimo 22 novembre. Secondo diversi analisti ciò significherebbe un tentativo di di affermare la propria presenza ed influenza nel paese nei confronti del prossimo governo.
Tuttavia potrebbe anche trattarsi di rappresaglie indirette nei confronti dei più di 5000 uomini delle forze armate francesi, affiancate dall’esercito maliano e burkinabè nonché da contingenti internazionali, fra cui anche uno italiano, che da mesi martellano incessantemente gli accampamenti dei terroristi, soprattutto al confine fra Mali e Burkina Faso.
Il 14 novembre il Ministro delle Forze Armate Florence Parly ha dichiarato che le truppe francesi hanno ucciso Bah ag Moussa (o Bamoussa Diarra), leader militare dell’ala nordafricana di Al-Qaeda, nel corso di un’operazione condotta nel nord-est del Mali. Tale individuo, sempre secondo il ministro, era il luogotenente di Iyad Ag Ghali, capo del principale gruppo jihadista radicale del Mali, chiamato Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin (JNIM); quest’ultimo ha condotto numerosi attacchi contro soldati e civili nello stesso Mali ed in Burkina Faso. L’operazione militare è stata condotta da forze terrestri ed aeree e rappresenta un grande successo sia dal punto di vista militare, sia dal punto di vista politico, in quanto riafferma l’impegno dell’ex potenza coloniale a proseguire le operazioni di contrasto al terrorismo in Mali, nonostante il recente colpo di stato.

 

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Fonti: sputniknews, Independent Online (IOL), usnews, Africa Rivista