Nell’ambito delle azioni di contrasto al terrorismo islamico nel Sahel, le forze armate francesi di stanza nella regione, e quelle del G5-Sahel hanno recentemente messo a segno alcuni successi nell’ambito dell’operazione Barkhane, il cui inizio risale al 2014. Il gruppo interforze ha individuato lo scorso 2 gennaio un terrorista che stava sistemando un ordigno improvvisato o IED sulla strada RN 20 che collega Ansogo a Manéka in Mali. nella stessa giornata, un altro IED stava per essere posizionato sull’asse che collega Hombori a Gossi, sempre in Mali, ma fortunatamente i terroristi sono stati individuati. I soldati hanno sequestrato armi e materiale esplosivo. Nella notte fra il 3 ed il 4 gennaio, grazie ad un’operazione sotto copertura presso Manéka (Mali), sono stati rinvenuti oltre 100 kg di elementi di base utilizzati per la fabbricazione di esplosivi artigianali, propedeutici alla costruzione degli IED.

Contemporaneamente anche in Burkina Faso si sono svolte alcune operazioni. 4 terroristi sono stati neutralizzati lo scorso 30 dicembre 2020, durante una ricognizione nel comune di Mansile, provincia di Yagha, regione del Sahel. Un gruppo di militari di ritorno da una missione logistica è stato invece attaccato nel comune di Pensa, Provincia di Sanmatenga, facente parte della Regione del Centro-Nord. Ne è seguito un conflitto a fuoco che ha lasciato sul terreno un soldato morto ed uno ferito.
Nella notte del 4 gennaio si è invece svolta una battaglia nei cieli di Gorom Gorom, nella provincia più settentrionale della regione del Sahel, ovvero Oudalam. Gli abitanti sono stati svegliati dal rumore di elicotteri, seguito da quello di spari, provenienti dal villaggio di Tasmakat. L’area è infestata da Jama’at Nasr al-Islam wal Muslimin (JNIM), lo Stato Islamico nel Grande Sahara (EIGS) e dal gruppo Burkinabè Ansarul Islam. Pare che le forze in seno all’operazione Barkhane, coadiuvate da militari del Burkina Faso, abbiano intrapreso un’azione militare in vasta scala contro gli jihadisti. Secondo i media, visto il numero di forze impiegate, potrebbe trattarsi solo dell’inizio di un atto di forza all’indomani della riconferma del presidente Roch Kaboré, come segno della sua determinazione nel voler eliminare i gruppi jihadisti dall’area.