La notizia è di quelle importanti, anche se di qualche mese fa. Lo scorso 23 novembre 2023 si è tenuta una cerimonia in pompa magna organizzata dalla National Society of Precious Substances (SONASP), alla presenza del presidente della transizione Ibrahin Traoré ed altre autorità, per la posa della prima pietra del nuovo impianto di Ouagadougou per la raffinazione dell’oro, tutto di proprietà del governo del Burkina Faso. Si tratta della prima raffineria nazionale nella giovane storia di questa nazione; costruita su di una superficie di 5 ettari, essa prevede anche una gioielleria ed un deposito oltre ad ovviamente un edificio amministrativo. I primi lingotti d’oro sono attesi in undici mesi, ha detto il capitano Ibrahim Traoré. Le previsioni sono di 150 tonnellate di lingotti d’oro all’anno, da 22 carati, con una purezza del 99,99%. Per il leader del Burkina Faso si tratta di un progetto fondamentale per affermare la sovranità popolare e ridurre la dipendenza dall’estero per quanto riguarda la catena estrattiva del biondo metallo. La presenza della raffineria avrà benefici effetti sia sulle competenze che sarà necessario ragranellare per poter condurre l’impianto, che ovviamente sul numero di posti di lavoro che si verranno a creare: 100 posti di lavoro diretti e 5.000 indiretti, secondo le stime.
Il principale impatto della presenza della raffineria è quello di avere un reale controllo sulla quantità d’oro che verrà prodotto dal minerale grezzo estratto; da anni è in corso un processo in Burkina Faso proprio per una controversia del genere con una compagnia mineraria. Maggiore controllo sulla produzione significa anche maggiore possibilità di evitare eventuali frodi, specialmente su quanto viene portato all’estero per la lavorazione. Dato che soprattutto a causa del terrorismo la produzione aurifera nell’ultimo anno abbondate è diminuita, si punta ad aumentarne sia la produzione che il valore grazie al mantenimento in loco del processo di raffinazione.
La Société Nationale des Substances Précieuses supervisiona il progetto per conto dello Stato, in collaborazione col partner tecnologico Marena Gold del Mali, una società che si occupa di raffinare metalli preziosi, e che ha sede a Bamako, capitale del Mali. È l’unica azienda del genere in Mali. Il suo impianto di raffinazione in quella città è il secondo più grande della Repubblica del Mali, che è uno dei primi 5 paesi produttori di oro in Africa; esso copre tutte le fasi necessarie per l’elaborazione dell’oro grezzo con una capacità massima di 90 kg al giorno, con una purezza superiore al 99,9%. Marena Gold possiede inoltre concessioni per l’estrazione dell’oro nella regione di Kenieba, sempre in Mali.
Marena Gold è diventata una sussidiaria di Vemanti Group, Inc., una società tecnologica multi-asset (fondamentalmente una società d’investimenti) con sede in California (USA). Ciò grazie ad uno scambio di azioni che ha portato Marena Gold a diventare appunto una sussidiaria della società.
Un video della cerimonia è disponibile qui: https://www.facebook.com/Africabletelevision/videos/bient%C3%B4t-le-premier-lingot-dor-made-in-burkina-avec-lusine-de-raffinerie-dor-du-b/711771384232519/