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Sequestro terminato per Luca Tacchetto e la sua fidanzata

Dopo 16 mesi Luca Tacchetto di Vigonza e la sua fidanzata canadese Edith Blais, sono nuovamente in libertà. I due giovai furono rapiti il 16 dicembre 2018 da un gruppo di terroristi vicini ad Al Qaeda (Jama’a Nusrat ul-Islam wa al-Muslimin) nei pressi del confine fra Benin e Niger, dopo aver incontrato degli amici in un’altra città. Catturati da 6 terroristi, furono poi ceduti ad un altro gruppo, che li portò nel deserto del Mali a nord, utilizzando diversi mezzi di trasporto. Quattro o cinque settimane di viaggio fino alla destinazione finale. Il luogo di prigionia è stato cambiato all’incirca ogni due mesi, allo scopo di rendere difficoltoso alle forze dell’ordine ed all’esercito l’individuazione degli ostaggi. A detta di Tacchetto, durante la reclusione sono sempre stati trattati abbastanza bene e nutriti adeguatamente; momenti di tensione ci furono durante un primo tentativo di fuga nel settembre 2019. Ripresi, furono minacciati ed incatenati con dei ceppi ai piedi, comunque rimossi dopo alcune settimane. Per evitare altri tentativi, ai due furono sottratte le calzature; i carcerieri, convinti dell’efficacia della misura, durante la notte abitualmente si allontanavano per dormire altrove. Ciò ha permesso ai due fidanzati di tentare nuovamente la fuga il 12 marzo 2020. Fasciatisi i piedi con degli stracci, sono riusciti a raggiungere una pista, dove hanno incontrato un gentile camionista che li ha raccolti e portati alla base militare di Minusma. A quel punto erano finalmente salvi.
Grandi feste in paese per il rientro del cittadino padovano, mentre la fidanzata è tornata in Canada. Interrogato da un pubblico ministero, il giovane ha riferito che i terroristi non hanno mai accennato a trattative con i governi di Roma o di Ottawa, ed a riscatti pagati per la sua liberazione, né di aver sentito parlare di padre Maccalli o di Nicola Chiacchio, gli altri due cittadini italiani spariti in quell’area da più di un anno. Ricordiamo infatti che in un primo tempo si era diffusa la voce che i due prigionieri fossero stati liberati dal gruppo interforze a guida francese che opera in Mali per contrastare i terroristi. Piuttosto, negli ultimi tempi a Tacchetto fu riferito che in Italia c’erano problemi molto seri, senza specifici riferimenti all’emergenza coronavirus, e dunque nessuno si sarebbe più interessato di loro, forse anche con l’intenzione di fiaccare ogni possibile velleità di fuga. Fortunatamente i due giovani non si sono persi d’animo e non hanno smarrito la lucidità necessaria a prendere le giuste decisioni che li hanno portati, dopo tanti mesi, a rivedere finalmente la propria casa.