Scontri in Benin.

Negli ultimi giorni, il Benin ha visto un incremento degli scontri tra forze militari e gruppi armati. Il bilancio è di dieci morti, incluso un soldato. L’esercito beninese aveva infatti lanciato un’operazione militare, che ha portato all’uccisione di nove terroristi, in seguito ad un attentato con ordigno esplosivo IED che aveva causato la morte di un soldato e due feriti nella zona di Kantoro.

Quanto accaduto è emblematico di una tendenza preoccupante che sta affliggendo il paese dell’Africa occidentale, già colpito da frequenti attacchi alle posizioni militari, in particolare nel nord, dove la povertà è più diffusa e le condizioni socio-economiche sono critiche. Mentre la capitale economica Cotonou continua a ricevere turisti internazionali, la situazione nel nord del paese rimane instabile. Il governo attribuisce spesso la responsabilità degli attacchi a gruppi jihadisti, i quali imperversano nei confinanti territori di Burkina Faso e Niger. Il timore è che le violenze dai paesi confinanti possano espandersi anche in Benin. Il sottosviluppo del nord favorisce le infiltrazioni dei terroristi, ed anche il reclutamento, una strategia già vista in Burkina Faso e Niger.
In risposta alla crescente insicurezza, nel gennaio 2022, il governo del Benin ha dispiegato circa 3.000 truppe per garantire la sicurezza dei confini attraverso l’operazione Mirador e ha reclutato ulteriori 5.000 membri per rafforzare le forze di sicurezza nel nord del paese. Recentemente, anche gli Stati Uniti hanno firmato un accordo di cooperazione militare con il Benin, volto a potenziare la collaborazione tra le forze armate beninesi e quelle statunitensi. Tuttavia le recenti uscite del Presidente USA Donald Trump alimentano più di una perplessità in merito al supporto statunitense; a meno che il Benin non sia disposto a pagarlo.


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Fonte: VOANews