Questo romanzo, di Ben Okri, nato in Nigeria, parla di un uomo che cerca la sua invisibilità. Il testo, appunto:”Io sono invisibile”, ricrea uno spazio fantastico tra lui e un
mondo che non esiste.
Dalle vesti di un contadino, che voleva diventare prete, scoprì di non esistere e si mise così a viaggiare per un mare di smeraldo, fino a che arrivò ad una strana isola, per cercare la sua esistenza. Trovò una città con una grande piazza decorata in bianco e nero a mo’ di scacchiera gigante. Tutt’intorno era deserto, ma lui sentiva della gente sussurrare, s’immerse sempre più nei suoi arcani. Vide angeli celesti, ragazze bellissime che ballavano, statue ricche di diamanti e piene di luce, cose alquanto irreali, la facevano sembrare un paradiso. Aveva da superare varie prove, una delle quali era un ponte molto surreale da dover attraversare, ma che non attraversò e cadde nell’oblio. Poi alla fine fu facile attraversarlo. Poi una grande porta gli fu messa davanti, con lo stesso esito. Una fantastica fanciulla cercò di sedurlo, ma invano. Non riuscì a dare la vita ad un uccello in agonia ed infine entrò in un palazzo di eterna bellezza per poter trovare la sua invisibilità interiore. In questo suo cammino, vi erano vari spiriti guida, come una donna di strabiliante bellezza, un bambino e un nano dalla grossa testa, a seguirlo spiegandogli varie cose. Una bellissima frase di uno
spirito guida, che mi è rimasta impressa è: “L’amore va dove c’è amore. E dove c’è amore l’amore non viene mai perso.” Gli invisibili arrivavano da tutto il mondo per comprare e vendere idee. Qui commerciavano in filosofie, ispirazioni,intuizioni, profezie, paradossi, giochi di parole, enigmi, visioni e sogni. Finalmente dopo tutte queste prove lui trova l’invisibilità, l’invisibilità dei beati.
Alessandra Castiglioni