Nei giorni scorsi ha destato stupore la notizia della vendita all’asta di un grosso meteorite marziano caduto in Niger e finito, chissà come, negli USA
Il 16 luglio, la casa d’aste Sotheby’s ha attirato l’attenzione internazionale con la vendita di un meteorite marziano per la somma straordinaria di 4,3 milioni di dollari. Questo pezzo astronomico, noto come NWA 16788, pesa 24,7 chili, misura quasi 40 centimetri e rappresenta il più grande frammento di Marte mai scoperto sulla Terra. Tuttavia, la vendita ha sollevato interrogativi legittimi riguardo alla sua provenienza e alle modalità attraverso cui è giunto a New York, specialmente considerando il fatto che il meteorite è stato trovato nel 2023 in Niger.

Il governo nigerino ha prontamente avviato un’indagine per determinare se il meteorite sia stato esportato illegalmente. Nonostante le rassicurazioni di Sotheby’s sulla regolarità della documentazione, la questione rimane complessa. Il Niger, parte della vasta regione del Sahara, è noto per essere un terreno fertile per i “cacciatori di meteoriti”, attirando collezionisti e commercianti, a causa delle sue condizioni ambientali favorevoli alla conservazione di rocce extraterrestri.
Nella storia dei meteoriti, solo circa 400 esemplari su oltre 77.000 scoperti hanno avuto origine da Marte. La loro estrazione dalla superficie marziana è un processo affascinante; questi corpi celesti si sono staccati dal pianeta rosso a causa di impatti significativi da parte di comete o asteroidi. La successiva caduta sulla Terra porta con sé questioni di proprietà e cultura che sono tutt’altro che risolte.
La mancanza di leggi internazionali chiare sulla proprietà dei meteoriti crea zone grigie in cui la legalità del commercio può essere ambigua. Gli esperti, come il paleontologo statunitense Paul Sereno, hanno messo in guardia riguardo a possibili violazioni delle leggi sul patrimonio culturale e naturale. Infatti, la legislazione varia notevolmente da paese a paese: mentre in alcune nazioni i meteoriti trovati appartengono al primo scopritore, in altre sono considerati beni pubblici.
Nel caso specifico del Niger, il governo ha riconosciuto l’assenza di leggi precise sui meteoriti, citando precedenti come quello del Marocco, che ha richiesto la restituzione di meteoriti trovati nel suo territorio. La problematica viene ulteriormente complicata dall’interesse commerciale crescente verso i meteoriti, che sfida non solo le normative nazionali ma anche quelle internazionali.
La discussione sui diritti di proprietà dei meteoriti si estende a storie recenti, come quella di due geologi svedesi che, dopo aver trovato un meteorite, lo hanno donato a un museo per evitare il trasferimento nel mercato nero. Tuttavia, un discendente di una famiglia nobiliare ha contestato la decisione sostenendo diritti di proprietà preesistenti sul terreno in cui il meteorite era stato rinvenuto, vincendo in appello.
In questo contesto, il caso del meteorite NWA 16788 non rappresenta solo un’eccezionale transazione commerciale, ma evidenzia anche una rete complessa di questioni legali e morali che circondano il collezionismo di reperti extraterrestri. Mentre Sotheby’s sostiene di aver agito secondo procedure standard, l’appello del Niger e le dichiarazioni di esperti sollevano interrogativi sulla legittimità del commercio di materiali così significativi per l’identità culturale e scientifica di una nazione.
In conclusione, la vendita di questo meteorite non è solo un evento commerciale di valore inestimabile, ma una rappresentazione tangibile delle sfide globali legate alla proprietà, alla cultura e all’etica nell’era della scoperta spaziale. La questione della restituzione di reperti provenienti da territori sovrani rimarrà cruciale nella discussione sulle norme internazionali riguardanti il patrimonio culturale e naturalistico.
