Dal 2009 il Burkina Faso non aveva più registrato casi di poliomielite.
Purtroppo nel gennaio 2020 fu segnalato un caso nel distretto sanitario di Ouargaye. Ciò provocò un’immediata reazione da parte delle autorità sanitarie che iniziarono a vaccinare i bambini del distretto interessato e di quello di Bittou (Bitou). A partire dall’8 novembre 2020, sino al 13 novembre, il Burkina Faso ha registrato 49 casi di poliomielite. Essi riguardano 12 delle 13 regioni del paese, secondo quanto affermato dalla dott.ssa Annick Sidibé, capo del servizio di comunicazione e mobilitazione sociale presso la Direzione della prevenzione attraverso le vaccinazioni (DPV).
Il Burkina Faso, come altri paesi dell’area dell’Africa Occidentale, sta affrontando un’epidemia di poliomielite, ed il Ministero della Salute per fronteggiarla ha avviato una campagna di vaccinazione per i bambini da 0 a 59 mesi, suddivisa in due fasi. La seconda, iniziata nei giorni scorsi, coinvolge 36 distretti nelle regioni Centro, Centro-Ovest, Sahel, Centro-Sud, Centro-Nord, Plateau Central e Oriente. L’azione di contrasto alla malattia è stata pubblicizzata presso i media grazie ad un incontro tenutosi lo scorso 13 novembre. L’ospite, dott. Sidibé ha ricordato che l’infezione da poliovirus è molto contagiosa e la paralisi può verificarsi 72 ore dopo l’esposizione al virus. Una volta che la paralisi si instaura, non c’è cura. La prevenzione rimane quindi l’unico mezzo efficace per combattere la polio, da qui la necessità che i genitori si uniscano alla campagna di vaccinazione, in modo che nessun bambino venga lasciato indietro, e la richiesta di sostegno ai media. Come affermato dalla dott.ssa Issa Ouédraogo, direttrice della prevenzione tramite vaccinazioni: “Dobbiamo essere sicuri che nessun bambino sfugga a questa campagna, per assicurarci che tutti siano veramente protetti, perché ogni bambino non vaccinato è un soggetto a rischio per sé e per chi lo circonda”.