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Solhan, il bilancio aggiornato ufficiale è di 132 morti e 40 feriti.

Conferenza stampa del Consiglio dei Ministri di mercoledì 9 giugno 2021, tenuta dal Ministro delle Comunicazioni, Ousséni Tamboura. L’esponente del governo ha aggiornato il bilancio dell’attentato terroristico a Solhan: 132 morti e 40 feriti, di cui 4 gravi. 7.644 gli sfollati che si sono rifugiati nel preesistente campo a Sebba, capoluogo della provincia. Tra di essi, secondo quanto affermato dal ministro, 5415 sono bambini.
Il politico non si è soffermato più di tanto sulla questione relativa agli interventi militari in zona, in risposta all’attentato, ma anche in senso generale, quando incalzato dai giornalisti; ha piuttosto rimarcato la necessità di basarsi su notizie certe e verificate prima di pubblicarle, in quanto possono dare adito a confusione o diffondere false informazioni, come quella relativa ad un presunto ulteriore attacco ad un pulmino nello stesso luogo.
In tal senso il Consiglio Superiore delle Comunicazioni ha temporaneamente sospeso il 9 giugno 2021 le operazioni del gruppo Omega Médias, accusato di aver appunto diffuso false informazioni in occasione degli eventi di Solhan. Il presidente dell’istituzione, Mathias Tankoano, ha dichiarato che “nove mezzi di trasmissione e nove media cartacei e online sono stati bloccati” per aver trasmesso informazioni false o trasmesso immagini scioccanti sull’attacco di Solhan. Tra questi media troviamo RTB TV e radio, LCA TV, BF1, 3TV, Burkina Info, Canal3 via France 24, Pulsar via Deutsche Welle, L’Observateur Paalga, Aouaga.com, Wakatsera.com, Boima.tv , Infowakat. net, Netafrique.net. Questi avrebbero ripreso le notizie diffuse dal gruppo Omega Médias senza averle prima verificate.

Alain Francis Gustave Ilboudo
Alain Francis Gustave Ilboudo, ambasciatore del Burkina Faso in Francia, durante una cerimonia all’Unesco (12/12/2014)
Source: https://en.unesco.org/news/unesco-successfully-holds-its-first-conventions-ceremony © UNESCO Terms of use: http://www.unesco.org/new/en/terms-of-use/terms-of-use/copyright/

Inutile dire che la decisione sia stata vista da parte dell’opinione pubblica e dei media come una censura da parte del governo, volta anche a distogliere l’attenzione da quelli che sono i fatti.

Anche l’ambasciatore del Burkina Faso in Francia Alain Francis Gustave Ilboudo, ha inviato una protesta scritta contro un giornalista di Radio Europa che, a sua parere, avrebbe proferito commenti falsi e irrispettosi nel trattamento delle informazioni sull’attacco di Solhan; “dichiarazioni menzognere e irrispettose”, distorte, prive di equilibrio, che non tengono conto degli sforzi governativi nel combattere il terrorismo:

“Il Burkina Faso è dotato di un esercito repubblicano che svolge un lavoro formidabile in questa guerra asimmetrica che ci viene imposta da uomini armati senza fede né legge in nome di un’ideologia agli antipodi di ogni credo religioso, contrariamente alle menzogne ​​del giornalista che ancora volutamente afferma che “l’esercito del Burkinabè è un esercito di carta”. Rileverò poi che il sig. Vincent Hervouet è mancato di cortesia nei confronti del Capo dello Stato del Burkina Faso e ha mostrato leggerezza nel trattamento delle informazioni facendo sentire un “commento sensazionale, allarmistico e tendenzioso”, che ignora gli sforzi del Burkinabè autorità e delle Forze di Difesa e Sicurezza nella lotta al terrorismo.”

Una protesta che, a leggere i commenti sul giornale che l’ha pubblicata nella sua interezza, Lefaso.net, ha suscitato quasi ilarità nei commenti dei cittadini, che hanno invitato il diplomatico a pensare a ciò che scrive ed a mantenere un profilo basso:

“…per favore non aggiungere altro. Mantieni un profilo basso e poi assicurati che i nostri soldati non impieghino 4 ore per venire a salvare le persone che vengono uccise a 10 km di distanza. Questo è tutto ciò che osiamo chiederti oggi. Non riuscendo a superare il secondo punto, basta tenere un profilo basso, qui e all’estero, signori della sfera superiore, (o dovrei dire della sfera inferiore, dipende). Non è chiederti troppo.” e “Grazie ambasciatore per questo scritto. Quando ho seguito Europe 1 e ha parlato delle promesse elettorali del candidato Rock Marc Christian KABORE, attuale presidente del Faso di “promesse di…”, avevo le lacrime al cuore.”

[cfr: http://lefaso.net/spip.php?article105371]
Roch Marc Christian Kaboré.jpg
Image by Letartean – Own work, CC BY 3.0

Proprio le informazioni e la mancanza di risposte concrete sono al centro del dibattito politico e sociale in queste ore in Burkina Faso. Da una parte la società civile si pone giustamente una serie di domande.
L’Unità di Azione Sindacale (UAS), porgendo le doverose condoglianze, chiede perché in un attacco durato ben 4 ore, le forze di sicurezza distanti soltanto una decina di chilometri, non sono intervenute in tempo? A cosa serve il coprifuoco imposto dal governo, che costringe la popolazione in casa a divenire facile bersaglio dei terroristi? Quale la risposta del governo a questa tragedia e quale la sua strategia per contrastare gli attentati?

Il neonato movimento giovanile Non ce la facciamo più, si è costituito per denunciare le violenze e gli attacchi che avvengono nella nazione, raccogliendo intorno a sé una dozzina di associazioni della società civile. Durante la conferenza stampa di presentazione del 9 giugno, il coordinatore Mahamadi Ouédraogo ha chiesto pubblicamente le dimissioni di primo ministro e ministro della difesa.

La sensazione è che il grave attacco terroristico abbia innescato una serie di considerazioni nella popolazione e risvegliato in un certo modo il senso civico, facendo alzare numerose voci di protesta a cui Kaboré ed il suo staff non hanno saputo dare ancora risposte, tanto meno di una qualche concretezza. Non è escluso quindi che nelle prossime ore si arrivi a qualche decisione di carattere politico che possa portare magari anche ad un rimpasto di governo. Qualche testa potrebbe saltare, e stavolta non sarebbe quella di un inerme cittadino.