Ibahime Kane Annour è figlio del deserto: a undici anni accompagna gli zii e il padre nelle carovane, seguendo il vento, in sella al cammello Abbarogh. Impara a orientarsi osservando il cielo, il letto asciutto dei fiumi, il contorno delle montagne all’orizzonte. Tanti svariati usi e costumi dei tuareg del Niger, dai rapporti famigliari ai lavori, matrimoni , feste sono raccontati dall’autore. Con la rivolta dei tuareg Ibrahim, sospettato di aver aderito al movimento dei ribelli, deve lasciare la moglie e i figli per non finire in prigione,torturato e ucciso, come gli amici, come il padre. Lui, che è sempre stato un pacifista e la cui colpa è stato solo quella di voler essere un uomo libero e di accompagnare i turisti occidentali nel deserto.
Trova asilo in Italia dove si adatta a fare l’operaio, dove si deve reinventare una vita. Dopo alcuni anni riesce a ricongiungersi con la sua famiglia e ora vive a Pordenone, dove ha sede la comunità tuareg più grande d’Italia.