Un mercato di Dori [2009]

Coronavirus: a Dori le misure di protezione vengono ignorate

Anche a Dori, nella regione del Sahel, come nel resto del Burkina Faso, le autorità hanno intrapreso una serie di iniziative allo scopo di proteggere la popolazione dall’epidemia del virus COVID-19. Sin dal 27 marzo 2020, il comune ha provveduto a chiudere il grande mercato ed il mercato del bestiame. Tuttavia è rimasto aperto al pubblico il mercato Petit Paris, situato nel settore n. 1 di Dori, scelto dall’autorità municipale per consentire alle donne di vendere ortaggi, spezie e condimenti. I dispositivi per il lavaggio delle mani sono stati collocati all’ingresso del mercato, ma non vengono utilizzati. Inoltre, le persone che indossano le maschere possono essere contate sulla punta delle dita.

Presso i macellai di questo mercato, non viene adottata alcuna misura protettiva. I clienti si affollano di fronte alle bancarelle, senza mantenere alcuna distanza. Le stesse mani maneggiano contanti e la carne servita ai clienti (non che in Italia ciò non accada mai; se non si tratta di carne, magari è pane oppure vegetali). Uno dei macellai, Issa Diallo, paradossalmente riferisce che indossa una maschera proprio quando arriva il momento di tornare a casa. Secondo lui, non si può lavorare tenendo la maschera sul volto, perché non si riesce a comunicare in maniera efficace. Uno dei suoi clienti afferma: “Questa macelleria non rispetta gli standard di distanza. Dovrebbe lasciare uno spazio di un metro tra i clienti. Inoltre, lo stesso macellaio non si protegge dal contatto fisico coi clienti, non usa né maschera né guanti.”

Un mercato di Dori [2009]

Una cliente che è venuta a comprare verdure afferma che “gli abitanti di Dori credono che tutto sia permesso dal fatto che non esiste ancora ufficialmente alcun caso di Covid-19 dichiarato in città”. Osserva che l’uso della maschera viene trascurato e che soltanto il lavaggio delle mani viene in qualche modo rispettato a Dori. Pertanto ritiene che la consapevolezza del pericolo debba essere incrementata.

Le misure di protezione sono quindi ben lungi dall’essere rispettate dagli occupanti di questo piccolo mercato, sia esercenti che clienti. Tuttavia, sono state organizzate delle iniziative allo scopo di sensibilizzazione commercianti e popolazione, affinché rispettino le misure di sicurezza indicate dal governo Burkinabè.

Purtroppo la sottovalutazione del pericolo è essa stessa un virus che si diffonde con pari velocità, anticipando il Covid-19. Come prima in Cina, poi in Europa e negli Stati Uniti, ora anche in Africa il Coronavirus viene spesso visto come qualcosa di alieno rispetto alla propria realtà, nonostante l’impegno dei governi e delle istituzioni. Fino a quando non arriva e colpisce inesorabile. Certo è che si rivela ancora più difficoltosa la presa di coscienza del pericolo in un continente che giornalmente deve affrontare malaria, febbre di Dengue, Ebola, febbre gialla, colera, AIDS, tubercolosi, lebbra, pertosse, morbillo, ecc. E senza disporre di sistemi sanitari attrezzati come quelli europei. Ora che un solo virus ha messo in ginocchio la sanità italiana, possiamo forse meglio renderci conto di quanto possano fare tutte le succitate infezioni in paesi poveri ed arretrati.

 

Fonte: lefaso.net