L’ineffabile Ibrahim Traoré, capo della junta militare che guida il Burkina Faso, non perde occasione per presentarsi all’opinione pubblica come il Charles Bronson della situazione. Basta un rapido giro su di un motore di ricerca per constatare come in tutte le foto ufficiali sembri appena uscito da un bagno nell’amido, petto in fuori, braccia allargate e gambe divaricate; una classica postura da duro per cercare di impressionare i presenti.
Martedì 7 gennaio 2024 però egli si è superato, presentandosi con pistola e cinturone all’inaugurazione di John Mahama, neo presidente del Ghana.
La sua apparizione con una pistola a cerniera in vita ha destato perplessità e preoccupazione, e vista evidentemente come una potenziale violazione del protocollo di sicurezza. Questo gesto ha portato alla luce le fragili relazioni tra Burkina Faso e Ghana e il clima di incertezza politica che caratterizza l’Africa occidentale. Mentre alcuni analisti hanno descritto l’atto di Traore come una mancanza di fiducia nei confronti della sicurezza ghanese, altri hanno suggerito che la situazione fosse ben più complessa. Il dottor Vladmir Antwi Danso ha sottolineato come la responsabilità della sicurezza di un leader straniero ricada tipicamente sull’ospite, evidenziando che sarebbe stato opportuno che i dettagli di sicurezza del Ghana e del Burkina Faso avessero coordinato meglio le loro misure di protezione. È fondamentale, secondo Danso, stabilire protocolli chiari per evitare incomprensioni in occasione di eventi così significativi. D’altra parte, il colonnello in pensione Festus Aboagye ha proposto una lettura alternativa degli eventi, suggerendo che l’indossare un’arma potrebbe essere il risultato di accordi bilaterali tra i due Stati. Potrebbe esserci stata una comprensione tacita che permettesse a Traoré di presentarsi con il suo abbigliamento militare e la relativa armatura, senza che ciò fosse considerato un atto offensivo. Aboagye si è spinto oltre, affermando che l’interpretazione di questo gesto come una potenziale minaccia è da considerarsi eccessiva e infondata.
Il contesto geopolitico in cui si inserisce questa visita è cruciale. Il Burkina Faso insieme a Mali e Niger ha, come sanno i lettori di questo sito, formato un’alleanza separata rispetto all’Ecowas, che viene vista da quest’ultima come un tentativo di destabilizzazione della regione. La partecipazione di Traoré all’inaugurazione di Mahama può dunque essere vista come un tentativo di rientrare nel gioco diplomatico, un gesto per normalizzare le relazioni con il Ghana in un periodo di tensione crescente. Come osservato dall’analista Emmanuel Bensah, un leader militare che porta un’arma a un evento democratico tuttavia genera quasi certamente imbarazzo, sconcerto e sospetto, sottolineando un contrasto tra potere militare e valori democratici. Le relazioni storiche tra Ghana e Burkina Faso, aggravate da accuse di traffico di mercenari ed altre controversie politiche, sono attualmente alquanto delicate. L’accoglienza di Traoré alla cerimonia doveva perciò essere un test cruciale per tastare il terreno, soprattutto nell’ottica del contrasto ai gruppi jihadisti della regione.
Qui potete vedere una fotografia di Ibrahim Traoré, della sua pistola e di John Mahama.