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Dédougou invasa dagli sfollati.

Dire che la situazione della sicurezza si faccia ogni giorno più difficile in Burkina Faso, ed in particolare nella regione di Boucle du Mouhoun è un eufemismo. Infatti, circa 4.000 sfollati interni (IDP), secondo le statistiche della Direzione provinciale responsabile dell’azione umanitaria a Mouhoun, hanno trovato rifugio a Dédougou tra il 3 e il 15 luglio 2022, passando da 5.054 a 8.832. Queste popolazioni provengono da diverse località della regione, vale a dire Bourasso nella provincia di Kossi, e Sâ, Souma e Douroula nella provincia di Mouhoun.

Il piccolo villaggio di Sâ è esemplificativo della situazione. Da marzo 2022 ha iniziato a subire incursioni da parte degli jihadisti, i quali comunque si limitavano a fare propaganda. Lo scorso 11 luglio vi è stato il primo attacco; gli uomini armati hanno saccheggiato l’abitato e dato fuoco ai granai. Da un giorno all’altro, gli abitanti terrorizzati hanno abbandonato tutto per rifugiarsi a Dédougou. Secondo alcune fonti, il cambio di atteggiamento è dovuto all’arrivo di gruppi di Volontari per la Difesa dell Patria, appartenenti a genti locali che nelle settimane precedenti avevano ricevuto il consueto addestramento e le armi necessarie a presidiare il loro territorio. Ciò evidentemente non è piaciuto ai terroristi, i quali inizialmente hanno rivolto loro le proprie attenzioni, per poi dirigersi su di un bersaglio più facile, ovvero la popolazione. Sâ è ora in mano agli aggressori. Chi vi si reca nel tentativo di recuperare qualcosa viene scacciato, nella migliore delle ipotesi. D’altro canto, una parte della comunità locale accusa i VDP di estorsione nei loro confronti, ma al momento non vi sono prove di ciò.

L’arrivo a Dédougou di tutti quegli sfollati, ha colto di sorpresa le autorità, che stanno cercando di organizzarsi. Molti vengono ospitati da famiglie locali. Qualcuno è riuscito ad affittare un’abitazione. 478 sono stati alloggiati all’interno di una scuola. Odette Méda, direttrice provinciale responsabile dell’azione umanitaria a Mouhoun, rassicura che, in termini di cibo, sono stati presi provvedimenti per fornire soccorso agli sfollati. Nei loro racconti, raccolti con difficoltà per paura di rappresaglie da parte dei terroristi, c’è lo shock per una situazione improvvisa, imponderabile, c’è il terrore di chi fugge, ma sa di non essere più al sicuro, ci sono gli occhi sbarrati di chi fissa il vuoto, incapace di parlare, di reagire, di pensare, che non sa quale sarà il proprio destino. C’è la disperazione di coloro i quali hanno visto i propri cari crivellati dai proiettili, abbandonati in un lago di sangue, senza nemmeno poter dare loro sepoltura. Incubi e crisi di panico sono le conseguenze post trauma che praticamente tutti gli sfollati si trovano ad affrontare. Le istituzioni fanno il possibile, ma la situazione sta diventando sempre più ingestibile.


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Fonte: Lefaso.net