Il tenente colonnello Paul Henri Sandaogo Damiba, presidente ad interim in Burkina Faso dopo il colpo di stato di un mese fa, ha tenuto una conferenza stampa lo scorso 19 febbraio 2022. Durante l’incontro egli ha voluto puntualizzare alcuni aspetti del suo “mandato popolare”.
Attualmente solo l’ex presidente Kaboré si trova agli arresti. A distanza di un mese è stato possibile fare il resoconto delle vittime del colpo di stato. Si tratta di individui colpiti da proiettili vaganti, secondo i report ufficiali, nelle aree di Nonsin, Gounghin, Cissin. Tra di essi un ragazzino di 12 anni ed un apprendista meccanico. Quattro sono invece i feriti fra le guardie dell’ex presidente.
Per quanto riguarda gli incarichi e le varie posizioni di potere, bisognerà attendere ancora. Stesso discorso per la comunicazione ed i comunicatori del MPSR, settore ancora in fase di rodaggio. In particolare il neo presidente ha voluto sottolineare l’importanza che alla popolazione arrivino i giusti messaggi. Ciò significa che sarà necessario implementare una serie di filtri affinché alla popolazione giungano solo le notizie volute, nei modi e nei tempi voluti, come in ogni regime dittatoriale che si rispetti. Certo, le parole usate sono state di tono diverso, ma la sostanza è inequivocabile.
Soprattutto ci si attendevano novità sul fronte della sicurezza, che non sono tuttavia del tutto soddisfacenti. Pur riconoscendo che la situazione è ancora preoccupante, Damiba ha affermato che la situazione è migliorata, che vi sono in corso operazioni che hanno riscosso successo, e che fa parte del proprio impegno migliorare la comunicazione anche di tali operazioni, allo scopo di instaurare un clima di fiducia nella gente e mettere a tacere scettici e contestatori (e non sono pochi) di esercito e forze dell’ordine. Inoltre egli ha auspicato un maggior coinvolgimento dei leader locali, aspetto questo sempre contestato alla precedente amministrazione. Nulla è stato detto in merito alle recenti dichiarazioni del presidente francese Macron, riguardanti il ritiro delle sue truppe dalle operazioni internazionali in corso nell’area del Sahel, né sull’eventuale, futura presenza di mercenari russi sul proprio territorio.
Infine, come d’uopo, il militare ha lanciato il solito proclama benevolente dal tenore “sarò il presidente di tutti”, invitando politica e società a sostenere lui ed il suo movimento. Un particolare incitamento in tal senso è stato rivolto agli esponenti della stampa presenti.
Cosa si può evincere dal discorso presidenziale? Innanzitutto c’è un richiamo alla coesione nazionale nel tentativo di mettere a tacere le voci di dissenso; il richiamo a non diffondere notizie non gradite è velato ma chiaro. Non ancora a livello di minaccia ma il messaggio è chiaro.
Quello della coesione è un tema ricorrente nella politica e nella società burkinabé; lo stesso ex presidente Kaboré spesso ne faceva riferimento. Dato il colpo di stato, pare di poter affermare senza timore di essere smentiti che non sia stato molto ascoltato. Vedremo se Damiba avrà maggiore successo, visto anche che dispone di altri metodi di persuasione…
Ciò che lascia perplessi è il fatto che ancora, a parte i consueti discorsi d’ufficio tesi a confortare l’opinione pubblica ed i media, di concreto si sia fatto poco. Già alla fine dello scorso anno le operazioni di contrasto al terrorismo avevano subito un incremento, quindi non è detto che quanto fatto nelle ultime settimane sia diretta conseguenza dell’avvento dei militari al potere. Per quanto riguarda tutte le altre tematiche d’attualità, a partire dal contrasto alla diffusione del virus Covid-19, al dramma degli sfollati, alla lotta alla fame ed alla povertà, non pare sia stato fatto alcun cenno.