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Comunicato del Procuratore del Burkina Faso presso il Tribunale di Grande Istanza Ouaga I sui discorsi che incitano alla violenza

Pubblichiamo la traduzione del comunicato scritto da un procuratore del Burkina Faso, riguardante una piaga ben nota nei paesi occidentali e che ha preso piede anche in Burkina Faso. Si tratta della diffusione di messaggi d’odio, razzisti, violenti e false informazioni sui social network come Facebook, che in Burkina Faso costituiscono per molti la principale e più attendibile (a torto ovviamente) fonte d’informazioni, reputandoli indipendenti dai media “corrotti”; essi inoltre possono raggiungere persone che non vengono raggiunte da televisione e giornali. Dal testo si evince quanto la tanto auspicata pace sociale sia quotidianamente messa in pericolo da biechi individui i quali, con differenti motivazioni utilizzando i social network per fomentare odio e diffondere populismo e falsità, pensando di non essere rintracciabili perché utilizzano Internet. Purtroppo in Burkina Faso la società non è ancora sufficientemente matura per riconoscere tutto quel marciume che viaggia su profili social che spacciano la propria verità, rivendicando un’autorevolezza che in realtà non esiste.

È stato constatato che alcuni individui, attraverso i loro profili o pagine Facebook, si dedicano alla pubblicazione, ai commenti di sostegno e alla condivisione massiccia di messaggi che incitano allo sterminio di persone appartenenti a un gruppo etnico, sostenendo che tali individui sarebbero i terroristi che affliggono le nostre comunità. In particolare, su una delle pagine Facebook formalmente identificata, sono stati rinvenuti messaggi e immagini che invitano allo sterminio di una comunità specifica, utilizzando termini la cui violenza ci impedisce di riprodurli in questa sede. Tali messaggi rappresentano discorsi che incitano a scene di violenza, costituendo gravi minacce alla pace e alla coesione sociale.

Il Procuratore del Faso richiama l’attenzione dell’intera popolazione sul fatto che questi messaggi d’odio, accompagnati da informazioni false, costituiscono reati di discriminazione, di messa in pericolo deliberato della vita altrui e di incitamento alla commissione di crimini o delitti, reati previsti e puniti dal codice penale burkinabè, in particolare negli articoli 322-4, 111-4 e 131-8. L’articolo 322-4 prevede una pena detentiva da sei (06) mesi a tre (03) anni, oltre a una multa che varia da trecentomila (300.000) a tre milioni (3.000.000) di franchi, contro chiunque giustifichi pubblicamente una forma di discriminazione; mentre l’articolo 131-8 stabilisce che “chiunque incita alla commissione di un crimine o di un delitto è punito secondo le pene previste per l’infrazione, anche se quest’ultima non fosse stata commessa per il volontario rifiuto di chi doveva perpetrarla.”

Infine, l’articolo 312-13 punisce con una pena detentiva da un anno a cinque anni e con una multa che va da un milione (1.000.000) a dieci milioni (10.000.000) di franchi CFA, chiunque comunichi, pubblichi, divulghi o rilanci intenzionalmente, tramite qualsiasi mezzo di comunicazione, informazioni false in grado di instillare la convinzione che vi sia stata o vi sarà una distruzione, una degradazione o un deterioramento di beni o una lesione delle persone. Le informazioni false sono definite come qualsiasi asserzione o imputazione inaccurata o fuorviante di un fatto.

In ogni caso, il Procuratore del Faso rassicura l’intera popolazione che riguardo alle pubblicazioni incriminate sopra menzionate, sono state avviate indagini per catturare gli autori nei prossimi giorni. Si sottolinea inoltre l’importanza per ciascuno di astenersi da discorsi d’odio che compromettono la nostra convivenza.

 

 

 

Il comunicato in lingua originale si trova anche sul sito burkina24.com