Non ci possono essere ombre sull’operato della dott.ssa Manzi, uno dei funzionari ONU più esperti ed universalmente apprezzati, che da sempre ha dato lustro all’Italia.
“La dottrina della persona non grata non si applica alle Nazioni Unite”, ha subito ribattuto il portavoce dell’Onu Stephane Dujarric, precisando che solo il Segretario Generale può decidere, dopo una accurata inchiesta interna, se ritirare personale delle Nazioni Unite. Il Segretario Generale Antonio Guterres ha “appreso con rincrescimento” la decisione del Burkina Faso e espresso “piena fiducia all’impegno e professionalità’” alla funzionaria italiana.
Barbara Manzi ha una lunga esperienza delle Nazioni Unite nei settori dello sviluppo, pianificazione e realizzazione di servizi alla persona, anche in contesti difficili. Prima di arrivare in Burkina Faso, ha risieduto e lavorato a Gibuti. Fra le esperienze ancor precedenti, quella di capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) in Ucraina, Iraq, Myanmar e Sri Lanka. Ha anche lavorato per l’ONU in Africa meridionale, così come in Angola, Repubblica Centrafricana, Etiopia e Haiti.
Prima di entrare all’ONU, Manzi ha lavorato nel settore privato e ha collaborato con organizzazioni non governative, think tank e università per lo sviluppo, la gestione dei disastri e la ricostruzione, nonché per iniziative di peace building.
Fra i suoi titoli, si annoverano un master in ricostruzione post-bellica e studi di sviluppo presso l’Università di York nel Regno Unito, e un master in architettura presso l’Università degli Studi di Firenze in Italia.
Fonti: ONU, askanews, altri