Arte contemporanea africana, a Dakar dal 7 novembre al 7 dicembre 2024 la 15a edizione della Biennale.

Quello dell’arte contemporanea africana è un tema raramente trattato dai media generalisti, anche se essa riceve sempre maggiore attenzioni da parte di esperti, mercanti, ed acquirenti. Già di per sé non tutti riescono ad apprezzare l’arte in senso lato, se poi ci riferiamo a quella contemporanea, od anche a quella moderna, essa risulta spesso inintelligibile al grande pubblico, che solitamente non può avvalersi di conoscenze adeguate per poterla comprendere ed apprezzare. Quella africana poi ci appare ancora più distante e meno appetibile, a causa di ovvie ragioni storiche e culturali. Negli ultimi anni però il mercato ha subito un’impennata, sia grazie alla maggiore diffusione e consapevolezza da parte di artisti e pubblico, sia per la maturità raggiunta da certi artisti. I collezionisti la ricercano, la indirizzano, e contribuiscono alla sua diffusione presso il grande pubblico, anche prestando le proprie opere per mostre ed esposizioni. Purtroppo, questo va detto, l’arte contemporanea africana è più apprezzata negli Stati Uniti piuttosto che in Europa, e ciò nonostante la presenza in Europa di una crescente scena artistica africana.
Quest’ultima si rivela vibrante e dinamica, caratterizzata da una vasta gamma di artisti che esplorano e reinterpretano le realtà socio-economiche, i problemi politici, le ricche tradizioni e la diversità culturale del continente. Alcuni nomi, sia fra quelli già affermati che fra gli emergenti, sono noti al pubblico di appassionati. El Anatsui (Ghana) è conosciuto per le sue sculture in metallo riciclato, che combinano elementi tradizionali e moderni. Tracey Rose (Sudafrica) utilizza strumenti multimediali per affrontare temi come identità, sessualità e genere, producendo performance audaci e installazioni video. Kudzanai Chiurai (Zimbabwe) è un esiliato, ed utilizza composizioni multimediali drammatiche per affrontare questioni cruciali come la corruzione governativa e la xenofobia. Meschac Gaba (Benin) è invece divenuto celebre grazie al suo progetto itinerante “Museo d’Arte Contemporanea Africana”, esposto in diverse istituzioni europee, ed acquisito dal museo londinese Tate Modern. Abu Mwenye (Tanzania) crea spesso opere che presentano motivi tradizionali ricorrenti che compaiono usualmente nei kanga(https://www.africarivista.it/kanga-un-intreccio-di-cotone-e-significati/226181/) e nelle ceramiche, esplorando la cultura e l’eredità della sua terra natale.

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La scena artistica africana contemporanea si dimostra innovativa, varia e resiliente, sapendosi adattare a contesti molto diversi fra loro, con artisti che contribuiscono a una narrazione più ampia sulla forza e la creatività del continente.
Rispetto all’arte tradizionale, che nell’immaginario collettivo è rappresentata da manufatti in materiale povero, come statue in legno, maschere, ceramiche e tessuti, e la quale si ispira a temi religiosi, alla vita quotidiana, alla spiritualità, quella contemporanea si presenta più elaborata, sofisticata, potente, talvolta cruda o scabrosa, in grado di suscitare emozioni e sentimenti forti, all’opposto di quella tradizionale che, almeno al pubblico occidentale, risulta forse più intimistica ed asettica.

Come per l’arte occidentale, anche in Africa gli artisti si riuniscono attorno a movimenti e manifesti culturali: essi non solo riflettono la diversità culturale e creativa del continente, ma contribuiscono anche a una narrazione globale che celebra la resilienza e l’innovazione artistica africana. Fra tali correnti, a mero titolo esemplificativo, si annoverano ad esempio:

Arte Reimmaginata: Molti artisti africani contemporanei attingono alle tradizioni locali, rielaborandole attraverso un linguaggio moderno. Questo movimento vede opere che combinano tecniche antiche con materiali e temi attuali.

Afrofuturismo: Un movimento artistico e culturale che utilizza la fantascienza e la tecnologia per esplorare le esperienze della diaspora africana. Si focalizza su visioni di un futuro in cui le culture africane sono centrali. Artisti come Wanuri Kahiu nel cinema e Yinka Shonibare nelle arti visive sono esponenti di questo movimento.

Fotografia Documentaristica e Sociale: Fotografi come Zanele Muholi e Pieter Hugo utilizzano la loro arte per affrontare temi sociali come l’identità, l’emarginazione e la giustizia sociale, documentando le vite e le storie delle comunità africane.

Espressionismo Africano: Un movimento che enfatizza l’espressività e l’individualismo, spesso utilizzando colori vivaci e forme astratte. Esponenti come Wangechi Mutu esplorano l’identità di genere e la politica corporea attraverso opere intense e visivamente accattivanti.

Arte Performativa e Installazioni: Molti artisti contemporanei africani utilizzano la performance e l’installazione per creare esperienze immersive che sfidano le convenzioni tradizionali dell’arte. Tracey Rose e William Kentridge sono noti per le loro installazioni concettuali e provocatorie.

Movimento Politico e Sociale: Numerosi artisti affrontano direttamente le problematiche politiche e sociali del continente, utilizzando l’arte come strumento di critica e cambiamento. Kudzanai Chiurai e Ibrahim Mahama sono saliti alla ribalta grazie ad opere che sfidano le strutture di potere e denunciano la corruzione e l’ingiustizia.

Clay Apenouvon portrait
Clay Apenouvon. Author: Greg Moskovitch. License CC BY-SA 4.0

In tutto questo vibrante contesto si inseriscono manifestazioni ed esposizioni dove l’arte contemporanea africana viene presentata e celebrata. Fra di esse una delle più importanti è la Biennale di arte contemporanea africana di Dakar. Quest’anno è giunta alla 15ª edizione ed ha presentato opere di 58 artisti provenienti da 13 paesi. Tema di questa edizione, “The Wake”, un filo conduttore fra passato e futuro.
Probabilmente i nomi più conosciuti fra quelli presenti alla kermesse non diranno nulla alla maggioranza del pubblico italiano: Adel Adessemed (Algeria), Sara Altantawi (Giordania), Clay Apenouvon (Togo), Hiba Baddou (Marocco), Oumar Ball (Senegal), Mugabo Baritegera (Ruanda). Fra di essi vi sono anche artisti provenienti dalla diaspora africana, compresi sette artisti afroamericani che hanno esplorato l’impatto duraturo della schiavitù attraverso le loro opere.
Alla Biennale di Dakar 2024 c’era anche Clay Apenouvon, artista installativo e visuale nato in Togo. È noto per le sue opere che esplorano la cultura, la storia, la politica e la società del suo paese attraverso tecniche tradizionali e moderne che fanno uso di materiali riciclati e tradizionali. Le tematiche predilette dei suoi lavori però riguardano migrazione, crisi umanitaria ed impatto ambientale.
Interessante notare che nell’opera dell’artista un altro tema piuttosto ricorrente è il disastro del naufragio al largo di Lampedusa del 3 ottobre 2013, il quale provocò la morte di 368 persone e circa 20 dispersi. Apenouvon ha realizzato “Le film noir de Lampedusa”, presentata per la prima volta nel 2015 presso l’Église Saint Merry a Parigi. Essa è realizzata in plastica nera, uno dei materiali principali che utilizza, per evocare le tragedie umane legate ai naufragi e per denunciare l’apatia e l’indifferenza del pubblico e la disumanizzazione del dibattito sull’immigrazione. Come per altri suoi lavori del genere, egli crea così un collegamento tra il mare nero e i migranti naufraghi, mettendo in luce la crudeltà e la brutalità del contesto. La plastica nera in altre installazioni invece simboleggia il commercio globale e l’overflow di plastica nell’ambiente. Con tale materiale crea imitazioni o sostituzioni di oggetti, mettendo in luce la fragilità del materiale e le pesanti implicazioni che il suo utilizzo comporta.
Apenouvon utilizza anche le coperte di sopravvivenza per rappresentare l’esperienza dei migranti che lasciano il continente africano, portando con sé la speranza di una vita migliore che spesso si trasforma in una delusione, se non in tragedia.

Come si può comprendere, le sue opere sono cariche di un profondo significato emotivo e invocano una riflessione critica sulle questioni attuali e future legate alla migrazione e all’ambiente, sulla nostra coscienza ecologica e sociale, commemorando nel contempo le vittime della nostra indifferenza.

 

Il sito web ufficiale della manifestazione è https://biennaledakar.org/ mentre il programma della manifestazione lo trovate su https://biennaledakar.org/wp-content/uploads/2024/11/Biennale-2024-English-Program.pdf
Per coloro i quali fossereo interessati ad approfondire le tematiche legate all’arte africana, da quella storica a quella moderna, nella nostra biblioteca situata in via Vintler 32 a Bressanone (BZ), sono disponibili per consultazione e lettura diversi volumi, come ad esempio:
Le fonti del sacro nell’Arte Africana
Arte africana
L’arte africana contemporanea

Fonti: Wikipedia, https://clayapenouvon.com, https://www.murateartdistrict.it/, https://www.africanews.com/2024/11/08/biennale-of-contemporary-african-art-opens-in-dakar/, altro