Estratto dal notiziario dell’associazione.

1° giorno
Il giorno 5 febbraio arriviamo a Quogadougu. Ad attenderci c’è Dany che ci ospita a casa sua e col quale ci mettiamo subito al lavoro programmando i giorni successivi. Verso sera partecipiamo alla Messa in cattedrale, animata da un coro gospel: per noi un’esperienza veramente unica.

2° giorno
Il 6 febbraio, di buon mattino, ci rechiamo alla Cooperazione Italiana per presentare i nostri progetti e spiegare il motivo della nostra presenza in Burkina. Ci rechiamo quindi alle carceri di Maco, periferia di Quogadougu, dove è stato avviato il progetto “Formazione all’orticoltura con irrigazione goccia a goccia”. Ci accoglie il cappellano, pastore protestante, promotore del progetto. Subito ci assicura che il materiale spedito lo scorso anno è regolarmente arrivato ma, prima di iniziare la formazione bisogna ripulire il pozzo esistente facendolo funzionare con il sistema solare. Andando nell’ufficio del cappellano attraversiamo la cappella affollata di detenuti che seguono una lezione tenuta da un funzionario del Genio Civile. Nel suo piccolo ufficio notiamo alcuni nostri pacchi già vuoti che contenevano coperte e lenzuola (pensiamo subito alle persone che in sede smistano le cose che si ricevono e che qui diventano preziose!)
Il direttore del carcere, un giovane molto sensibile e ricco di umanità, nell’accomiatarsi ci ringrazia con sincera gratitudine, sottolineando che la nostra presenza è dovuta unicamente al nostro buon cuore e per questo invoca su di noi la benedizione del Signore. Un particolare molto buffo: alcune guardie ci accolgono con una certa titubanza e ci pregano di attendere un momento, spiegando poi che avevano trovato negli orti un caimano (coccodrillo) che dovevano catturare per la nostra sicurezza: il tutto s’è però risolto velocemente perché l’interessato, vistosi in pericolo, ha spiccato un salto oltre il recinto del carcere finendo in un fossato.

3° giorno
Il 7 febbraio in mattinata si parte per Nanè. Un viaggio di 450 Km abbastanza impegnativo da affrontare provvisti dei generi alimentari necessari. Lungo la strada ci fermiamo a Sabù, nota località turistica, dove si possono vedere i coccodrilli. Qui tutto è molto curato: l’argine del bacino è protetto da una muraglia ed è stato riservato un notevole spazio per una specie di cimitero, ben recintato, con statue di personaggi storici che hanno avuto a che fare con i coccodrilli.
Proseguendo il percorso raggiungiamo Laba, villaggio a noi particolarmente caro perché proprio qui è iniziata la nostra attività. Facciamo una breve sosta per salutare il capo villaggio, sig. Badembiè, sempre all’esterno della sua abitazione ed attento a tutto ciò che gli passa davanti. Verso sera proseguiamo il cammino su strade dissestate. A Nanè alloggiamo in un albergo di recente costruzione e qui ceniamo insieme al Sindaco con il quale programmiamo l’incontro con la popolazione per il giorno seguente.
Con il Sindaco visitiamo gli orti esistenti ad una notevole distanza dal luogo dell’incontro. La strada per raggiungerli è a tratti talmente disagevole che preferiamo scendere dalla macchina e percorrerli a piedi. Gli orti sono ben curati ma con il problema dell’irrigazione.
Visitiamo una famiglia patriarcale con tre persone molto anziane che dispongono il tutto per un’accoglienza molto calorosa.
Al ritorno ci fermiamo al mercato all’aperto del paese: quanta vivacità di colori ed umanità!
Rientrati in albergo si rivede la convenzione fissando per iscritto i punti più importanti che vengono firmati dal Sindaco di Nanè, dal nostro direttore del progetto dott. Dany Bottiono, dalla segretaria e da noi, gruppo missionario Amici del Burkina Faso. Siamo molto contenti di poter portare a casa, firmata, tutta la documentazione più importante.
Verso le 19 ripartiamo da Nanè in direzione di Carrefour, dove arriviamo intorno alle 23.
Ci portiamo nel cuore l’impressione di aver visitato un paese molto povero, ancora senza acqua potabile, ma la popolazione è estremamente aperta alla realizzazione del progetto proposto.

4° giorno
Il giorno 8 febbraio proseguiamo il viaggio con il Sindaco ed il suo autista raggiungendo il luogo dell’incontro che risulta essere un grande albero, all’ombra del quale troviamo una quarantina di persone: un’originale sala riunioni!! Tutti ci osservano con una certa curiosità dal momento che gli “uomini bianchi” non si vedono spesso da queste parti. Prende la parola il Sindaco Alphonso spiegando ai presenti chi siamo, da dove veniamo ed illustrando il progetto che verrà realizzato con loro. Punta molto sulla responsabilità personale. La gente è entusiasta e manifesta palesemente la propria adesione. Viene presa la decisione di redigere un protocollo con la firma dei presenti alfabetizzati.

5° giorno
Il 9 febbraio, di mattina, ci rechiamo a Baporò per visitare l’ambulatorio medico. Le due infermiere ci accolgono gentilmente anche se hanno diversi pazienti da seguire. Nelle vicinanze di questa nuova costruzione c’è il sistema di pompaggio funzionante col solare. È realizzato molto bene e ci rallegriamo per questi progressi.
Proseguiamo per Nombamba e visitiamo la nuova scuola media di Zawara, accompagnati dal direttore. Ci sono due edifici con 3 aule ciascuno che ospitano attualmente 300 ragazzi.
La prima struttura comprende 4 cassette/alloggi per gli insegnanti e la casa per il direttore.
È commovente assistere all’uscita degli alunni dalle aule: di corsa molti di loro si portano alle 2 fontane (fanno parte dell’impianto idrico di Laba appena realizzato), risciacquano la bocca, bevono con le mani e poi via… contenti, con le biciclette!
Ci portiamo verso il centro sanitario di Laba con l’odontoiatria e l’oculistica. Qui, ogni 40 giorni circa, si tiene “la settimana della cataratta” con pazienti che vengono anche dalla capitale Quagadougou, dalla Costa d’Avorio, dal Mali, dal Ghana, ecc. In media le prenotazioni arrivano a quota 100-110 persone da operare, tutte accompagnate almeno da un parente. Ovviamente, quelle che vengono da lontano, si fermano 8-10 giorni dopo l’intervento in modo da effettuare i necessari controlli senza ulteriori viaggi.
Noi, nell’aula magna della scuola infermieri, adibita a dormitorio, troviamo una persona anziana con nipote e nipotina, provenienti dalla Costa d’Avorio. Dany spiega chi siamo e vediamo che il paziente si mette seduto sul materasso e comincia a gesticolare con le braccia e dice: ”Io ero cieco … io ero cieco … ma ora ci vedo … vedo la luce … vedo le piante … vedo i vostri volti … che Dio vi benedica …”. Siamo molto emozionate! Proseguiamo la nostra visita per vedere le due nuove strutture che ospiteranno la scuola infermieri. Notiamo con grande sorpresa che le finestre di questi edifici a tre piani sono quelle ricevute in dono dall’ospedale di Sinigo. Ci portiamo, quasi di corsa, nella cappella dedicata a San Giuseppe Freinademetz, veramente troppo piccola ormai! Risalutiamo il capo-villaggio ed altre persone presenti e proseguiamo la strada di ritorno.
Andiamo a Reò dall’Alto Commissario del Governo della provincia del Sanguie, signora Anastasia, che ha preparato un’ottima cena ed è veramente molto ospitale. Non finisce di ringraziare per tutti gli aiuti che mandiamo e che, molto spesso, lei stessa consegna ai vari sindaci. È orgogliosa quando ci mostra la bella credenza, giunta circa 10 giorni fa, mandata ovviamente da noi. Rimane stupita nel guardare da un nostro cellulare le fotografie del carico del container. Chiede tante, tante informazioni, ringrazia e manda saluti a tutti.

6° giorno
Trascorriamo la mattinata a Quagadougou per rivedere la documentazione da portare a casa. Nel pomeriggio andiamo in banca con Dany per aprire un nuovo conto corrente necessario per il progetto di Nanè – Dorì.
Intorno alle 23 Dany ci accompagna all’aereoporto dove ci salutiamo. È stato un viaggio impegnativo ma sicuramente ne è valsa la pena.

 

Emilia Cervato, presidente dell’Associazione Amici del Burkina Faso